In realtà, se dico K mi riferisco generalmente alla K1, una vitamina che partecipa ai processi di coagulazione.
La vitamina K1, o fillochinone, è presente nelle piante e nelle alghe; le verdure a foglia verde sono particolarmente ricche di K1.
Ben diversa è la vitamina K2 o menachinone, che viene sintetizzata dai batteri. La troviamo negli alimenti fermentati, come formaggio, yogurt e particolarmente nel natto, un alimento a base di soia fermentata. Ma anche in uova e carne.
È la K2 ad essere essenziale per l’attivazione di una proteina, chiamata Osteocalcina, che contribuisce a incorporare il calcio nelle ossa e nei denti.
La K2 inoltre impedisce anche un accumulo di calcio in vene e arterie, riducendo il rischio di una loro conseguente ostruzione.
Non è un caso che in Giappone, laddove si mangi natto, vi sia basso rischio di osteoporosi e malattie cardiovascolari.
Se c’è carenza di vitamina K2 il rischio di problemi cardiovascolari può aumentare. Soprattutto quando vi sono alti livelli di Paratormone (un ormone che rimuove il calcio dalle ossa, trasferendolo al sangue).
È importante non confondere la K1 con la K2. Proprio perché hanno funzioni diverse nel nostro corpo (oltre che fonti diverse). E, mentre la K1 interferisce con farmaci come gli anticoagulanti orali tradizionali (antagonisti della vitamina K1), la vitamina K2 non ha interazioni proprio per la sua diversa funzione.
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