Premettiamo che non esistono cibi che possano “disinfiammare”. Tutto va contestualizzato. Per quanto riguarda la crema di riso, si tratta di un cereale stracotto (in particolare si tratta di riso con maggior contenuto di amilopectine, come vediamo più avanti).

Quindi, bisonga fare attenzione, perché potrebbe favorire l’infiammazione, specie se viene rimossa l’acqua di cottura.

Intanto precisiamo che il riso integrale (ovviamente biologico) è un cereale molto interessante. I vantaggi del riso integrale derivano infatti dalla presenza del polifenolo TRICINA, ad azione antiossidante ed antinfiammatoria.

La tricina è un composto idrosolubile, per cui, se il riso (integrale) lo si fa bollire e si rimuove l’acqua di cottura, questo polifenolo si perde. Esattamente come si perdono le vitamine idrosolubili (ad esempio la tiamona) ed i sali minerali (compreso il famoso magnesio che poi vi suggeriscono di assumere a mezzo supplementazione).

Se poi la crema di riso, dopo aver rimosso l’acqua di cottura, viene passata con il passaverdura, si perde anche gran parte della fibra. Ciò rende l’alimento a più alto indice glicemico (proprio perché viene rimossa la fibra che ridurrebbe la velocità di assorbimento degli zuccheri a livello intestinale).

Ricoridmao che l’indice glicemico è la un valore che indica la rapidità con cui alimenti che contengono carboidrati fanno aumentare la glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue). Per un cereale, questo valore dipende dal trattamento termico che ha subito. Ovvero dipende da tempi e temperature di cottura (come riportato in Medicina da Mangiare). Quindi, più un cereale cuoce è più avrà impatto sulla glicemia. Esattamente come accade per i cereali soffiati e per le gallette.

L’indice glicemico dipende anche da tipo di amido (due sono i tipi di amidi: amilosio ed amilopectina). Il riso, tra i vari cereali, è quello che ha un contenuto pù alto in amilopectina, un tipo di amido più facilmente digeribile e quindi a più rapido assorbimento.

Per cui, tutto questo si traduce in aumento della glicemia. Aumentati livelli di glucosio determinano un aumentata produzione di radicali liberi per aumentata attività mitocondriale favorendo stress ossidativo.

Ciò può accelerare l’invecchiamento cellulare. Oltre a favorire l’infiammazione, mediante attivazione del fattore di trascrizione NF-kB, il principale mediatore della risposta infiammatoria [1].

Meditiamo.

Non è in questo modo che si può risolvere un problema infiammatorio. Quanto piuttosto ci può essere il rischio di alimentarlo. Fermo restando che non ci sono cibi che possano fare miracoli. Un cibo va sempre collocato nel contesto di una dieta. Quindi è più corretto parlare di dieta antinfiammatoria. Considerando anche l’importanza delle emozioni.

Se proprio vogliamo preparare una crema di riso integrale, ne mangeremo poca. E la uniremo a kuzu e grassi di buona qualità per ridurre l’impatto glicemico.

[1] Muñoz, A., & Costa, M. (2013). Nutritionally mediated oxidative stress and inflammation. Oxidative medicine and cellular longevity, 2013, 610950. https://doi.org/10.1155/2013/610950


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