Diffidate da chiunque proponga test di diagnosi di intolleranza alimentare per i quali manca evidenza scientifica di attendibilità.

I test non validati sono: dosaggio IGg4, test citotossico, Alcat test, test elettrici (vega‐test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.

Ma veramente pensate che si possa “testare” un’intolleranza alimentare con il test del DNA? Suvvia! Questa è speculazione della genetica.

Si tratta di test utili… ma solo a chi li propone: si chiama busienss!!

Meno utili per chi spende soldi inutilmente. E sono oltretutto pericolosi: vi fanno eliminare alimenti senza necessità alcuna. Certo: poi vi venderanno integratori per colmare le carenze nutrizionali… Altro business. Analogo al business della ciccia.

L’obiettivo è sempre vendere… eliminare determinati cibi (dai legumi ai cereali integrali… ai presunti incriminati nelle intolleranze)… per poi vendere integratori.

Vi fanno credere che si ingrassi perché si assumano carboidrati oppure a causa di intolleranze alimentari. Vi fanno eliminare determinati cibi (ingiustamente incriminati). Magari si dimagrisce pure… ma semplicemente perché si mangia meno: alla fine è sempre una questione di bilancio.

Alla fine il Dio denaro ha quasi sempre il sopravvento. La salute è invece scevra da interessi!

I test di intolleranza alimentare eseguiti da naturopati, nutrizionisti, farmacisti, laboratori di analisi, ma anche da alcuni medici non hanno alcuna validità scientifica.

Gli unici test di intolleranza validi sono quelli relativi al lattosio (breath test): si tratta in realtà di malassorbimento. Andando eventualmente a valutare il gene codificante per l’enzima lattasi, LTC, si può verificare se sia un deficit enzimatico (ipolattasia). Ma tanto l’ipolattasia è FISIOLOGICA: dopo lo svezzamento in quasi la totalità della popolazione si riduce l’espressione di questo gene!

E’ con questi test fuffa che ci ritroviamo le idiozie dell’intolleranza al lievito. Veramente un’idiozia.

Come può un lievito (morto) causare intolleranza? A 50-60°C, le cellule di lievito muoiono. Come fa, dunque, un pane cotto al forno, a contenere lieviti “vivi”? Viene il Messia e dice al lievito “Alzati e cammina“?

Al più si può parlare di disbiosi fungina… ovvero sovracrescita dei lieviti a livello intestinale. Ma in tal caso il problema non è il povero lievito defunto nel pane. Ma è proprio il pane con farine raffinate di grani moderni! Il problema sono le merendine, le bevande zuccherate… e tutti i “troiai” che ci sono in giro.

Se invece si tratta di allergia (ben diversa da intolleranza) sarà il medico allergologo a fare diagnosi!!

Sarebbe ora di dire basta.
Non ci si faccia prendere in giro spendendo soldi inutilmente.


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