Per IBS (sindrome dell’intestino irritabile) si intende un disturbo funzionale del tratto gastrointestinale, caratterizzato da dolore addominale e alterazioni delle abitudini intestinali.
E’ stata associata a diverse condizioni intra-intestinali ed extra-intestinali, tra cui comorbilità psichiatriche.
Sebbene la fisiopatologia della IBS non sia stata completamente chiarita, essa comporta una disregolazione della comunicazione tra cervello e intestino (asse cervello-intestino), associata ad alterazioni della motilità intestinale, della permeabilità intestinale, dell’ipersensibilità viscerale e della composizione del microbiota intestinale [1].
Diagnosi IBS
La diagnosi di IBS è clinicamente determinata in base ai criteri di Roma IV, che definiscono l’IBS come dolore addominale ricorrente che si è verificato, in media, almeno un giorno alla settimana negli ultimi tre mesi, con due o più dei seguenti sintomi associati: defecazione, cambiamento nella frequenza delle feci o cambiamento nell’aspetto delle feci [2].
L’IBS può essere ulteriormente suddivisa in sottoclassi in base alla Scala di Bristol (Bristol Stool Form Scale – BSFS) che caratterizza la consistenza delle feci da dure a morbide su una scala da 1 a 7 [2, 3, 4].
Le sottoclassi di IBS includono
👉 IBS con stitichezza predominante (IBS-C),
👉 IBS con diarrea predominante (IBS-D),
👉 IBS con abitudini intestinali miste (IBS-M) e
👉 IBS non classificata (IBS-U).
L’IBS-C si riscontra in genere con il tipo 1-2 nella BSFS e l’IBS-D con il tipo 6-7 nella BSFS. I pazienti con IBS-M presentano manifestazioni sia di stitichezza che di diarrea.
L’IBS-U soddisfa i criteri diagnostici per l’IBS ma non può essere classificato negli altri tre sottotipi [2, 3, 4].
Sempre maggiori evidenze mostrano che la sindrome dell’intestino irritabile non si manifesta solo con sintomi gastrointestinali, ma influisce anche significativamente sulla salute e il benessere emotivo: la maggior parte dei pazienti con IBS hanno presentano disturbi psichiatrici clinicamente significativi [5].
La sindrome dell’intestino irritabile è stata comunemente associata a livelli più elevati di stress, riduzione della qualità della vita e diminuzione della produttività lavorativa [5, 6].
Fisiopatologia IBS
Pur non essendo ancora ben chiarita, si ritiene che la fisiopatologia della sindrome dell’intestino irritabile sia multifattoriale e basata su influenze genetiche, dietetiche, gastrointestinali e del sistema nervoso centrale (come da Figura) [1, 7, 8].
Esistono prove che l’infiammazione di basso grado e la disfunzione immunitaria possono svolgere un ruolo nella sindrome dell’intestino irritabile [13]. È stato riscontrato che i pazienti con sindrome dell’intestino irritabile presentano livelli aumentati di citochine pro-infiammatorie, che possono essere in parte dovuti allo stress [7, 9].
FODMAP
E’ stato osservato che circa il 50-70% di pazienti con IBS trae beneficio con la low FODMAP [10]. FODMAP è l’acronimo di Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, e Polyols.
I FODMAP sono scarsamente assorbiti nell’intestino tenue, portando ad un aumento dell’assorbimento di acqua e della produzione di gas tramite fermentazione nel colon [11, 12], che può contribuire a molti dei sintomi associati alla sindrome dell’intestino irritabile, tra cui dolore addominale e gonfiore [7].
Gli effetti osmotici dell’ingestione di FODMAP possono anche portare alla distensione del sistema gastrointestinale e svolgere un ruolo nella motilità intestinale anormale [7].
Ecco che ci può essere una pratica di riduzione dei cibi FODMAP per un breve periodo di tempo (massimo 6-8 settimane), con successiva reintroduzione graduale.
FODMAP e microbiota. Attenzione!
Purtroppo, oggigiorno quella della del low FODMAP (o del FODMAP come viene erroneamente identificata sovente) è diventata una moda.
Ed ecco che ci sono gli INFLEUNCER che dispensano consigli su fantomatiche diete FODMAP, senza di fatto sapere neppure ciò che propongono. Ovviamente senza alcuna contezza in ambito alimetare e nutrizionale.
Peccato che il nostro microbiota si nutre di fibra solubile (FODMAP). Ridurla significa ridurre la biodiversità microbica, favorendo la prevalenza di patobionti.
Questo potrebbe condurre a una ridotta produzione di SFCA e quindi a una degradazione del muco protettivo e una alterazione dell’integrità di barriera (leaky gut, ovvero permeabilità intestinale) [13].
È la fibra solubile che ci permette di conservare l’integrità di barriera. Una dieta ricca di fibra infatti ci assicura la presenza di muco protettivo e la presenza di microrganismi che, degrandando la fibra, producono SFCA (acidi grassi a catena corta), con proprietà antinfiammatorie e di conservazione dell’integrità di barriera. [14].
La fibra solubile la troviamo nei cereali integrali (in particolare avena ed orzo perlato), legumi, verdura (alcuni tipi di verdura). Ma anche nella frutta.
Bibliografia
[1] Shaikh SD, Sun N, Canakis A, Park WY, Weber HC. Irritable Bowel Syndrome and the Gut Microbiome: A Comprehensive Review. J Clin Med. 2023 Mar 28;12(7):2558. doi: 10.3390/jcm12072558. PMID: 37048642; PMCID: PMC10095554.
[2] Lacy BE, Patel NK. Rome Criteria and a Diagnostic Approach to Irritable Bowel Syndrome. J Clin Med. 2017;6(11):99. Published 2017 Oct 26. doi:10.3390/jcm6110099
[3] Ford AC, Sperber AD, Corsetti M, Camilleri M. Irritable bowel syndrome. Lancet. 2020;396(10263):1675-1688. doi:10.1016/S0140-6736(20)31548-8
[4] Ford AC, Lacy BE, Talley NJ. Irritable Bowel Syndrome. N Engl J Med. 2017;376(26):2566-2578. doi:10.1056/NEJMra1607547
[5] Canavan C, West J, Card T. The epidemiology of irritable bowel syndrome. Clin Epidemiol. 2014;6:71-80. Published 2014 Feb 4. doi:10.2147/CLEP.S40245
[6] Dean BB, Aguilar D, Barghout V, et al. Impairment in work productivity and health-related quality of life in patients with IBS. Am J Manag Care. 2005;11(1 Suppl):S17-S26.
[7] Chong PP, Chin VK, Looi CY, Wong WF, Madhavan P, Yong VC. The Microbiome and Irritable Bowel Syndrome – A Review on the Pathophysiology, Current Research and Future Therapy. Front Microbiol. 2019 Jun 10;10:1136. doi: 10.3389/fmicb.2019.01136. Erratum in: Front Microbiol. 2019 Aug 13;10:1870. doi: 10.3389/fmicb.2019.01870. PMID: 31244784; PMCID: PMC6579922.
[8] Hayes PA, Fraher MH, Quigley EM. Irritable bowel syndrome: the role of food in pathogenesis and management. Gastroenterol Hepatol (N Y). 2014 Mar;10(3):164-74. PMID: 24829543; PMCID: PMC4014048.
[9] Dinan TG, Quigley EM, Ahmed SM, et al. Hypothalamic-pituitary-gut axis dysregulation in irritable bowel syndrome: plasma cytokines as a potential biomarker?. Gastroenterology. 2006;130(2):304-311. doi:10.1053/j.gastro.2005.11.033
[10] Barbara G, Cremon C, Bellini M, et al. Italian guidelines for the management of irritable bowel syndrome: Joint Consensus from the Italian Societies of: Gastroenterology and Endoscopy (SIGE), Neurogastroenterology and Motility (SINGEM), Hospital Gastroenterologists and Endoscopists (AIGO), Digestive Endoscopy (SIED), General Medicine (SIMG), Gastroenterology, Hepatology and Pediatric Nutrition (SIGENP) and Pediatrics (SIP). Dig Liver Dis. 2023;55(2):187-207. doi:10.1016/j.dld.2022.11.015
[11] Ong DK, Mitchell SB, Barrett JS, et al. Manipulation of dietary short chain carbohydrates alters the pattern of gas production and genesis of symptoms in irritable bowel syndrome. J Gastroenterol Hepatol. 2010;25(8):1366-1373. doi:10.1111/j.1440-1746.2010.06370.x
[12] Barrett JS, Gearry RB, Muir JG, et al. Dietary poorly absorbed, short-chain carbohydrates increase delivery of water and fermentable substrates to the proximal colon. Aliment Pharmacol Ther. 2010;31(8):874-882. doi:10.1111/j.1365-2036.2010.04237.x
[13] Rinninella E, Cintoni M, Raoul P, et al. Food Components and Dietary Habits: Keys for a Healthy Gut Microbiota Composition. Nutrients. 2019;11(10):2393. Published 2019 Oct 7.
[14] Desai MS, Seekatz AM, Koropatkin NM, et al. A Dietary Fiber-Deprived Gut Microbiota Degrades the Colonic Mucus Barrier and Enhances Pathogen Susceptibility. Cell. 2016;167(5):1339-1353.e21.
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