E’ risaputo che l’alimentazione può essere fonte di salute oppure causa di malattie.

Affinché sia fonte di salute, l’alimentazione deve essere sana, bilanciata quantitativamente e qualitativamente. I cibi devono essere scelti non industrialmente raffinati, di stagione; devono essere adatti all’età, alle attività, alla propria condizione, al luogo in cui si vive.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, gli organi che si occupano di digestione, trasformazione e distribuzione delle essenze del cibo sono Stomaco e Milza (che estrae il jing – l’essenza – dei cibi e o distribuisce a tutti gli organi).

Lo Stomaco invia i cibi trasformati (qi impuro) in basso all’Intestino Tenue. Se il qi dello stomaco non riesce a scendere, il cibo ristagnerà nello stomaco, causando nausea, vomito, eruttazione, singhiozzo, gonfiore.

La Milza dirige il gu qi (qi, l’energia degli alimenti, il qu puro) verso l’alto  ai Polmoni, affinché si unisca con l’aria per formare l’energia pettorale (zong qi) e al Cuore per formare il sangue.

Per la produzione del qi e del sangue è essenziale il coordinamento tra ascesa del qi della Milza e discesa de qi dello Stomaco.

Alterazioni di questi movimenti di salita e discesa possono comparire in seguito ad uno squilibrio dei due organi, che possono essere indotti dal nostro cibo o dalla nostra mente. In ogni caso, sono sempre correlati, in quanto mente e corpo sono un tutt’uno e uno squilibrio fisico si ripercuoterà sulla nostra mente e sulle nostre emozioni.

Dal punto di vista psichico, un atteggiamento ossessivo è sinonimo di uno squilibrio di Milza.

Squilibri alimentari

Ci possono essere vari tipi di squilibrio, in eccesso o in difetto.

L’alimentazione odierna ci offre sicuramente più opportunità di squilibri per eccessi, causando vomito, diarrea, emorroidi, gonfiori addominali, meteorismo, eruttazioni.

C’è anche da dire che, anche se la quantità di cibo è notevole, il cibo che si consuma oggi è estremamente povero qualitativamente: spesso si tratta di cibo trasformato e processato industrialmente (quindi raffinato), non di stagione e non locali, coltivati con prodotti di sintesi.  Questo fa sì che gli alimenti perdano in toto il loro patrimonio energetico di jing.

Bisogna ricordare, inoltre, che la Milza detesta l’umidità, che interferisce con la sua attività di trasformazione e distribuzione. Da cui, cefalea, gonfiore, annebbiamento. Un eccesso di cibi  crudi e di natura fredda (verdure crude e formaggi) possono creare accumulo di umidità.

La Milza estrae i sapori dai cibi e li distribuisce ai vari organi. Abbiamo visto che un sapore, se assunto in quantità moderata, nutre la forma dell’organo corrispondente. Se, invece, lo si assume in eccesso, sia per intensità sia per quantità, danneggia la forma dell’organo corrispondente e dell’organo dominato.

Nello specifico, un sapore dolce non equilibrato in quantità e in intensità (zucchero, fruttosio, miele, ecc) manda in squilibrio la milza, alterando le sue funzioni.

Nella nostra alimentazione, dunque, dovremo evitare situazioni di ristagno causate da un eccesso di umidità.

L’alimentazione dovrebbe essere varia, con cibo fresco e non trasformato, bilanciata tra lo Yin e lo Yang e rispetto ai cinque i sapori (amaro, dolce, piccante, salato, acido), in maniera tale da nutrire armoniosamente tutti gli organi.

Bibliografia

  • I fondamenti della medicina cinese, Giovanni Maciocia
  • Le cinque vie dell’agopuntura, Emilio Minelli
  • La dietetica nella medicina cinese, Emilio Minelli

 


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