Questa immagine ci offre l’opportunità di parlare di svariati argomenti, tutti affrontati nel mio libro “Questa non me la mangio“.
L’opportunità di essere consapevoli di ciò che acquistiamo e mangiamo e di non cadere nella trappola della propaganda.
Dunque, mettetevi comodi. Si comincia.
Messaggio pubblicitario (claim)
Sull’etichetta, in basso a destra ad esempio, potete osservare un Claim. Molte persone, dell’etichetta, leggono principalmente questo. Ovvero, comprano solo leggendo i presunti benefici di un prodotto. Peccato laddove siano menzionate proprietà salutistiche, queste devono avere a corredo documentazione scientifica che fornisca evidenza di quanto affermato.
Sovente, questi claim sono ingannevoli. Un esempio di pubblicità ingannevole fu quella della del claim «bevanda a base di latte scremato fermentato addizionato di steroli vegetali, che favorisce una riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue» di Danaos. L’Antitrust aveva bloccato tale campagna «in ossequio al principio per cui non può operarsi un rimarcato richiamo a malattie/rischi sanitari per creare allarme al fine di presentare il prodotto come necessaria soluzione del problema».
Leggiamo dunque le etichette, non solo i claim. Ovvero leggiamo la lista degli ingredienti e la tabella nutrizionale.
In questo caso vengono riportato benefici quali 1. FAVORISCE LA DIGESIONE e 2. AIUTA IL METABOLISMO, specificando che ciò è merito del calcio che contribuisce al normale funzionamento degli enzimi e del metabolismo energetico.
Ma questo lo farebbe un qualsiasi alimento contenente calcio… anche un CAVOLO… Non è quindi una prerogativa di questo prodotto.
Lo yogurt lo scegliamo bianco, non alla frutta
Uno yogurt alla frutta (o con zucchero) è un alimento ossidato e, quindi, pro-infiammatorio. Questo perché il fruttosio della frutta (o dello zucchero) andrà a glicare le proteine e i grassi del latte.
Si formano quindi i prodotti di glicazione avanzata, detti AGEs che, se accumulati, causano stress ossidativo e infiammazione.
La frutta fresca possiamo aggiungerla al momento del consumo.
0% grassi?…
Si tratta di una demenziale demonizzazione dei grassi.
Ci hanno inculcato l’idea del low-fat mutuato da oltre oceano, facendoci credere che i grassi facciano male. Premesso che c’è grasso e grasso, è bene non demonizzarli.
Gli unici grassi che è bene che non dovrebbero essere presenti nella nostra alimentazione sono gli acidi grassi trans (presenti in margarine e oli raffinati). Gli acidi grassi saturi sarebbero da limitare. Ma questo non giustifica la scelta di uno yogurt (oppure un formaggio) magro.
In uno yogurt di capra, oltretutto, la percentuale di lipidi è circa 2,9% (quindi irrisoria); la porzione di uno yogurt è generalmente è di 125 g, quindi troveremo circa 3,6 g di lipidi. E nei lipidi, non dimentichiamolo, ci sono le vitamine liposolubili (quali la vitamina A, D, E, K). Rimuovendo i grassi, rimuoviamo anche questi importanti micronutrienti.
Lo yogurt lo scegliamo biologico
L’accortezza di sceglierlo biologico ci permette di non favorire gli allevamenti intensivi, impattanti non solo per la nostra salute ma anche per l’ambiente.
Lo yogurt quindi lo scegliamo BIANCO, INTERO, BIOLOGICO. Meglio se di capra, pecora, bufala.
Tratto dal mio libro “Questa non me la mangio“
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