Il termine sostenibilità è ormai sulle bocche di tutti. Analizziamone il significato.
Dal rapporto Bruntland (Our common future, 1997) – ONU Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, sostenibile è lo “sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti, senza compromettere la possibilità che le future generazioni possano soddisfare i propri”. 

La sostenibilità inizia dalle scelte che facciamo ogni giorno, ad ogni pasto. Inizia dal nostro cibo.
A volte, però pensiamo sia scontata, perché non ci soffermiamo ad analizzare da dove viene il nostro cibo, come viene prodotto, quali sono le condizioni di lavoro di coloro che hanno lavorato per far giungere quell’alimento fino alle nostre tavole.

Chiediamoci: i metodi di produzione, di trasporto e di vendita del cibo sono sostenibili?

Analizziamo allora un esempio di cibo insostenibile:  le banane, il frutto tropicale più diffuso in Europa e nel mondo.

Da un documento di Paola Nobili (Enea), leggiamo
Circa 50 milioni di tonnellate di banane vengono prodotte ogni anno per il mercato europeo.

Provengono quasi tutte dall’America Centrale, soprattutto dal Costa Rica e dall’Honduras.

La produzione delle banane è nelle mani di poche multinazionali, prime fra tutte Chiquita, Del Monte e Dole. Possiedono le piantagioni, le navi con le celle frigorifere, gli impianti per la maturazione, decidono sui prezzi e sulle condizioni di lavoro dei lavoratori nelle piantagioni.
11 ore e più di lavoro al giorno, con salari da fame, senza sicurezze sociali. Particolarmente critica è la condizione delle donne: guadagnano di meno degli uomini e in caso di gravidanze vengono licenziate.

Le piantagioni di banani sono ad alto impatto ambientale. Nuovi terreni vengono continuamente disboscati per acquisire nuove superfici da adibire alle piantagioni.

I caschi di banane vengono ricoperti dall’inizio del loro sviluppo sulla pianta con sacchi di plastica impregnati di pesticidi“.

Si è tanto parlato e si continua ancora a parlare di insostenilità per quanto riguarda l’olio di palma. Come mai non si sente mai nulla sulle banane?

A volte vengono addirittura riportate come cibi di stagione (ma di quale stagione parliamo?).
E’ proprio vero che non sappaimo più quale sia la stagionalità!
E’ vero, sono state introdotte coltivazioni anche in Italia. Ma la maggior parte di questi frutti vengono importati dai Tropici, nelle modalità sopra riportate.

Oltretutto, siamo sicuri che gli effetti delle banane siano propriamente salutari?

Le banane hanno un alto indice glicemico. Hanno un rapporto molto squilibrato tra sodio e potassio: equilibrio alla base dell’equilibrio fisico-chimico-energetico delle nostre cellule (extra-cellulare del sodio e intra cellulare del potassio).
Insomma le banane sono molto Yin. Con l’uso delle banane ho visto più danni che benefici.
Inoltre, il nostro cibo agisce sia sul corpo sia sulla mente sia sulle emozioni. Questo cibo contribuirà a creare dispersione alla nostra mente (oltre che indebolimento al nostro corpo).

E’ importante direzionare la nostra alimentazione il più possibile su cibo del nostro territorio, un cibo stagionale, biologico.

Mangiamo i nostri frutti! Abbiamo i frutti antichi, le piante autoctone: se cominciassimo a valorizzarle? Sono piante adatte al nostro territorio (proprio perché del nostro territorio), quindi più sane e non richiedono prodotti di sintesi.
Cosa ci manca? Forse la natura non ci ha dato abbastanza? Non è stata abbastanza generosa?

Cerchiamo il prodotto più vicino a noi, i produttori locali. Questo ci porta oltretutto a vivere in sintonia con la Natura, la quale, se non ci ha offerto certi frutti, un motivo ci sarà! Mangiamo come si faceva un tempo. Più salute per tutti!

Facciamo si che le nostre scelte diventino un mezzo per poter essere sostenibili in maniera consapevole!

banane

 

 

 


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