La litiasi biliare è caratterizzata dalla formazione di calcoli, ossia di depositi di bile piccoli e duri (sono simili a minuscoli sassolini) all’interno della cistifellea (colecisti) e delle vie biliari.

I calcoli biliari sono abbastanza comuni propio nelle popolazioni occidentali. I più frequenti sono quelli formati da colesterolo (litiasi colesterinica), il cui sviluppo può essere conseguenza di ipersecrezione di colesterolo.

La bile è composta da colesterolo, acidi biliari, fosfolipidi, proteine, pigmenti (bilirubina). Può capitare che sia satura di colesterolo.

Litiasi colesterinica

Lo sviluppo di calcoli biliari di colesterolo è conseguenza, dunque, di ipersecrezione di colesterolo. Alla condizione di saturazione si aggiunge poi una ipomotilità della colecisti (cistifellea) con ristagno della bile che, rimanendo più a lungo nella colecisti, diventa più densa: si ha la formazione di cristalli di colesterolo che si aggregano successivamente in calcoli.

Quindi, abbiamo iperproduzione di colesterolo e ridotto svuotamento della cistifellea.

Tra i fattori di rischio della litiasi colesterinica ritroviamo una condizione di resistenza insulinica, caratterizzata da iperinsulinemia. Ciò promuove la sintesi di colesterolo endogeno (per aumentata attività HMG-CoA reduttasi da parte del fegato): sappiamo infatti che la produzione del colesterolo endogeno è favorito proprio dall’insulina. Dunque, più insulina, maggiore produzione di colesterolo, maggior rischio di calcoli biliari.
Non è un caso che vi sia un’alta prevalenza di calcoli biliari in pazienti diabetici.

Diete molto ipocaloriche, low fat e digiuni

Anche diete molto drastiche (o addirittura digiuni) possono aumentare il rischio di calcoli biliari.

Infatti, laddove in una dieta vi sia un basso contenuto di grassi, vi è una stasi della colicisiti e quindi una maggiore sedimentazione della bile e litogenicità.

Inoltre, in caso di diete molto ipocaloriche, a causa di un dimagrimento rapido, c’è il rischio di una immissione in circolo di colesterolo (precedentemente presente nel tessuto adiposo), con aumentato livello di colesterolo libero negli epatociti (cellule del fegato).

Attenzione anche al digiuno, che non permette lo svuotamento regolare della cistifellea: ciò può favorire la formazione di calcoli biliari.

Bene dunque non demonizzare i grassi: importante è che siano grassi buoni, come l’olio extravergine di oliva. Quest’olio, se cotto svolge un’efficace azione coleretica e colagoga, attivando le cellule epatiche (epatociti). In parole semplici, stimola sia la produzione di bile da parte del fegato sia la contrazione della cistifellea favorendo lo svuotamento della bile e il flusso biliare verso l’intestino (duodeno).

Anche il caffè, assunto con moderazione, può contribuire a ridurre il rischio di formazione di calcoli biliari. La caffeina infatti stimola la cistifellea a contrarsi con regolarità.


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