Scrivono “Con questa storia che i latticini creano infiammazione non ci capisco più niente“.
Sono sempre più frequenti queste forme di terrorismo che non fanno altro che alimentare, oltre che disinformazione, anche stress e malattia.
Pensiamo ai centenari sardi. Mangiano formaggi. Sono longevi. E hanno bassi livelli di infiammazione.
Ciò che caratterizza l’essere umano dovrebbe essere la capacità di pensare con la propria testa. E non farsi condizionare… specie da chi vi racconta balle.
Ovviamente i formaggi li scegliamo biologici. Meglio se di capra, di pecora o di bufala (anche perché certe bufale ci piacciono 😉).
Un estratto dal mio libro “Questa non me la mangio“
La prevalenza dei centenari in Ogliastra è maggiore tra i soggetti maschi che hanno livelli più bassi di IL-6 (un marcatore dell’infiammazione) rispetto all’altro sesso.
Il vantaggio relativo alla sopravvivenza in questi soggetti centenari, dunque, potrebbe essere legato proprio ai bassi livelli di infiammazione.
Quello dei longevi sardi è un popolo di pastori, che basa la propria alimentazione prevalentemente su verdura e frutta che non provengono però dal circuito della grande distribuzione. I formaggi sono preparati con latte di animali da pascolo e non da allevamenti intensivi, utilizzando principalmente latte di capra e pecora. Il latte di capra ha un maggiore valore nutritivo rispetto a quello di vacca ed è più simile al latte umano.
La reazione immunitaria (e quindi infiammatoria) accade nei soggetti allergici alle proteine del latte. Quindi non si può generalizzare. Sarebbe, del resto, superficiale e privo di fondamento imputare l’infiammazione a tutti gli allergeni (ricordiamo che anche il sedano è un allergene).
Non dimentichiamo, inoltre, che i prodotti fermentati hanno proprietà antinfiammatoria, in particolare nei soggetti con sindrome metabolica.
I derivati del latte possono inoltre mitigare la colite, modulando la risposta immunitaria (ricordiamo che dove c’è -ite c’è infiammazione).
Una revisione sistematica (in alto nella piramide di evidenza scientifica) ha determinato gli effetti benefici dello yogurt sulla salute cardiovascolare, sul rischio di tumori, sulla gestione ponderale, sul diabete e sulla densità minerale ossea.
Il consumo di yogurt, insomma, è associato a migliori condizioni di salute e anche a un ridotto rischio di tumore del colon retto. Ovviamente biologico e bianco. E meglio se di capra o pecora, con latte fieno.
Lo yogurt aumenta anche i livelli di Akkermansia muciniphila, riducendo il rischio di diabete d tipo 2.
L’Akkermansia muciniphila è un batterio anaerobio che vive nel nostro intestino. Promuove l’integrità di barriera ed è un importante biomarcatore dell’omeostasi intestinale. La sua riduzione è associata a malattie infiammatorie dell’intestino e disturbi metabolici.
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