Sappiamo che hanno un alto indice glicemico in quanto hanno un alto contenuto di amilopectine (amidi più facilmente digeribili; quindi gli zuccheri in cui viene scomposto l’amido vengono assorbiti più rapidamente).
Generalmente il suggerimento è quello di non consumarle tutti i giorni.
Ovviamente quello che conta è il carico glicemico. Quindi in modiche quantità. Possiamo preparare patate lesse unite a grassi di qualità (come olio extravergine di oliva). I grassi riducono l’indice glicemico.
Anche la fibra solubile riduce l’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale: possiamo dunque unirle ad un po’ di legumi. Ad esempio ceci o fagioli borlotti.
C’è anche un altro modo per ridurre l’indice glicemico. Dopo averle bollite, le facciamo raffreddare e le riponiamo in frigo per circa 8 ore.
In questo modo si ha la retrogradazione degli amidi, che diventano meno attaccabili dai nostri enzimi digestivi. Anche perché una piccola parte di amidi si trasforma in amido resistente, ovvero resistente alla digestione. Non viene quindi assorbito: questo vuol dire che si riduce il carico glicemico.
L’amido resistente si comporta da prebiotico: nutre i batteri buoni del nostro intestino.
In questo caso, prima del consumo le poniamo fuori dal frigo e le teniamo qualche minuto per riportarle un po’ a temperatura ambiente. Senza farle riscaldare.
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