Le arance sono una fonte di antiossidanti (ad esempio vitamina C e beta-catotene) ad azione antitumorale e antinfiammatoria.
Il frutto inoltre, nella parte bianca (albedo) ma anche nella buccia, contiene un polifenolo molto interessante. Si tratta dell’esperidina, che può aiutare a ridurre l’infiammazione.
Una review del 2021 ha osservato che la somminisrtrazione di succo di arancia sarebbe capace di comportare un piccolo miglioramento dei marker infiammatori [1].
Anche se sarebbe da preferire il frutto integro, che contiene anche fibra. Diversamente, il rischio è quello di assumere zuccheri liberi.
Purtroppo, c’è gente che demonizza questo frutto definendolo “infiammatorio”. Decisamente non se ne può più.
Tutto ciò non fa altro che alimentare ossessioni e menzogne sul cibo. Oltretutto, senza alcuna evidenza scientifica.
Poliammine
Le arance contengono poliamine, il cui livello aumenta in seguito ad infiammazione. Vengono prodotte anche dal nostro microbiota intestinale. Da qui l’ipotesi (senza alcuna evidenza) che le poliammine siano responsabili di infiammazione.
Per quanto riguarda i tumori, non vi sono evidenze.
Vero che le poliammine sono essenziali per la crescita cellulare, ma sono anche coinvolte nell’apoptosi, la morte programmata della cellula. Probabilmente con meccanismi epigenetici.
L’apoptosi assolve un compito particolarmente importante nel sistema immunitario [2, 3, 4].
In uno studio osservazionale è stata addirittura osservata una piccola ma significativa riduzione per il cancro al colon per consumi più elevati di poliammine [5].
Pare siano anche coinvolte nei meccanismi di resistenza allo stress [6].
Ssvolgono un ruolo importante nei processi relativi all’invecchiamento cellulare. In studi su modelli animali, la somministrazione di poliammine attraverso il cibo ha aumentato la durata della vita [7].
La quantità di putrescina (una poliammina) nelle arance è all’incirca analoga a quella presente nei piselli. Che facciamo, demonizziamo anche i piselli?
Questo quanto riportato in Medicina da Mangiare
“Per i malati oncologici, suggeriamo di essere prudenti nel consumo di pomodori, melanzane, peperoni, in quanto ricchi di poliammine, sostanze indispensabili alla proliferazione cellulare. Sarebbe importante condurre studi approfonditi in merito.“
Quindi, il suggerimento è quello, in determinate circostaze, di ridurne il consumo. Non di eliminarli dalla dieta. Ciò che è da elimianre è l’OSSESSIONE.
Va inoltre considerato che un alimento è un coacervo di composti. Quindi, non solo poliammine, ma anche composti bioattivi ad azione antiossidante ed antinfiammatoria. Come abbiamo visto per le arance. Per cui, a maggior ragione, demonizzarle è fuori luogo.
Istamina
Per quanto riguarda l’istamina, questa è una condizione che riguarda i soggetti intolleranti all’istamina. Del resto, come per ii cibi a lunghe fermentazioni (tipo il parmigiano).
Bibliografia
[1] Miles, E. A., & Calder, P. C. (2021). Effects of Citrus Fruit Juices and Their Bioactive Components on Inflammation and Immunity: A Narrative Review. Frontiers in immunology, 12, 712608. https://doi.org/10.3389/fimmu.2021.712608
[2] Thomas, T., & Thomas, T. J. (2001). Polyamines in cell growth and cell death: molecular mechanisms and therapeutic applications. Cellular and molecular life sciences : CMLS, 58(2), 244–258. https://doi.org/10.1007/PL00000852
[3] Seiler, N., & Raul, F. (2005). Polyamines and apoptosis. Journal of cellular and molecular medicine, 9(3), 623–642. https://doi.org/10.1111/j.1582-4934.2005.tb00493.x
[4] Madeo, F., Eisenberg, T., Büttner, S., Ruckenstuhl, C., & Kroemer, G. (2010). Spermidine: a novel autophagy inducer and longevity elixir. Autophagy, 6(1), 160–162. https://doi.org/10.4161/auto.6.1.10600
[5] Vargas, A. J., Ashbeck, E. L., Wertheim, B. C., Wallace, R. B., Neuhouser, M. L., Thomson, C. A., & Thompson, P. A. (2015). Dietary polyamine intake and colorectal cancer risk in postmenopausal women. The American journal of clinical nutrition, 102(2), 411–419. https://doi.org/10.3945/ajcn.114.103895
[6] Rhee, H. J., Kim, E. J., & Lee, J. K. (2007). Physiological polyamines: simple primordial stress molecules. Journal of cellular and molecular medicine, 11(4), 685–703. https://doi.org/10.1111/j.1582-4934.2007.00077.x
[7] Minois N. (2014). Molecular basis of the ‘anti-aging’ effect of spermidine and other natural polyamines – a mini-review. Gerontology, 60(4), 319–326. https://doi.org/10.1159/000356748
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