Penso che vi siano due tipi di ignoranza:
- una positiva, quindi consapevole. Questa è, di fatto, una virtù: è l’atteggiamento (socratico) che, partendo dall’ammissione di ignoranza, ci consente di evolverci nella conoscenza;
- una negativa, che si basa su un atteggiamento arrogante di presunzione della conoscenza. Questa, come abbiamo visto, è la peggiore delle malattie e offende profondamente la nostra anima.
Ciascuno di noi è ignorante. E’ infatti difficile avere “in mano” la conoscenza assoluta. Il bello della vita è che non si finisce mai di imparare! Quando pensiamo di aver appreso qualcosa, ecco che ci rendiamo conto di saperne meno di prima e che c’è ancora tanto da sapere. Ma questo è il bello: se intendiamo l’ignoranza come virtù (“Io so di non sapere”), e abbiamo l’umiltà di riconoscere i nostri limiti, potremo cercare di attingere all’infinito e di fonderci con l’assoluto, entrando a far parte del Tutto. Ecco che mi viene in mente la bellissima poesia di Giacomo Leopardi.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Questo anelito di infinito è ciò che ci permettere di approfondire la conoscenza di noi stessi e, nello stesso tempo, di migliorare la nostra salute (ove mente, corpo e spirito ricordiamo che sono inscindibili).
Questo vale soprattutto quando parliamo di alimentazione.
Uno dei principali settori dove noto grande ignoranza, ma anche grande arroganza è quello vegan. Premesso che è un bene limitare i prodotti di origine animale, è necessario comunque porre molta attenzione. Vi sono molti vegani che mangiano malissimo: bevande zuccherate, cibi raffinati, patatine fritte, ecc.
Sia ben chiaro: andare verso un’alimentazione vegan sarebbe un grosso vantaggio sia per la nostra salute, sia per quella del pianeta (visto che, oltretutto, una delle principali cause dell’inquinamento è dovuto proprio agli allevamenti industriali).
Purtroppo, però, da quello che ho avuto modo di constatare, nel mondo vegan, il più delle volte, si pone poca attenzione alla consapevolezza e alla salute.
Tutti i prodotti vanno bene, purché non ci siano ingredienti di origine animale (quante aziende si sono convertite al vegan offendo alternative “green”, ma sempre trash!). Spesso, tra gli ingredienti, ritroviamo zucchero (o peggio fruttosio: spesso l’approccio vegan è infatti di pensare: il fruttosio è nella frutta, quindi non può che essere naturale! Ma non è così, come abbiamo visto parlando delle alternative allo zucchero), margarina, grassi di pessima qualità, ingredienti raffinati, ecc.
Si afferma che alla base ci sia l’etica, ma poi si finisce per mangiare cibi industriali (anche prodotti ogm come la soia non biologica utilizzata nei burger “vegani”; dolcificati con sciroppo di glucosio fruttosio provenienti da amido di mais, anche questo ogm), prodotti non di stagione, cibi tropicali (poco sostenibili, come abbiamo già visto per le banane!).
Essere informati è importante. Per tutti. E’ l’informazione che ci potrà far crescere nella consapevolezza.
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