Cosa si intende per pubblicità ingannevole? Ci sono esempi?
La pubblicità delle acque minerali “della salute” Uliveto e Rocchetta è un esempio di pubblicità ingannevole.
Laddove siano menzionate proprietà salutistiche, queste devono essere avere a corredo documentazione scientifica che dimostrino quanto affermato.
Come sempre, a parole son tutti bravi. Ma quando si fa un’affermazione, questa va sempre dimostrata. Specie se si tratta di salute.
Si definisce PUBBLICITÀ INGANNEVOLE (MENDACIO) una pratica commerciali pubblicitarie che possa indurre in errore il consumatore
Vediamo altri esempi di MENDACIO.
Mendacio relativo a proprietà del prodotto
Ad esempio, la campagna pubblicitaria del 2010 diffusa dalla Kinder FERRERO, relativa ad una barretta di coccolato che veniva pubblicizzata come un prodotto che aiutava nella CRESCITA, mediante il claim “il cioccolato aiuta a crescere”.
Questa pubblicità è stata ritenuta INGANNEVOLE e capace di indurre in errore il baby consumatore medio ed è stata dunque sanzionata e bloccata da parte dell’Autorità per la Sicurezza alimentare europea (EFSA) e la Ferrero è stata obbligata a modificare la frase da “il cioccolato che aiuta a crescere” a “il gusto di diventare grandi”.
Altro esempio, DANAOS “Bevanda a base di latte scremato fermentato addizionato di steroli vegetali, favorisce una riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue”.
L’Antitrust ha bloccato tale campagna in quanto “non può operarsi un rimarcato richiamo a malattie/rischi sanitari per creare allarme al fine di presentare il prodotto come necessario soluzione del problema“
Mendacio relativo a categorie particolari di prodotto
Ad esempio, PLASMON PRIMI MESI
L’Antitrust ha considerato ingannevole la dicitura, da parte della Plasmon, “biscotti senza glutine” riferita ad un prodotto che in realtà conteneva tale sostanza in misura estremamente limitata ma che poteva essere pericolosa per i bambini celiaci.
Mendacio relativo alla composizione del prodotto
Un esempio: sempre PLASMON condannata da parte dell’Antitrust in quanto aveva pubblicato un omogenizzato riportando la scritta “Nuovo Plasmon 100% banana, prugna ecc.” inducendo il consumatore a credere che si trattasse di un prodotto alimentare composto solo da frutta quando in realtà contenevano un 4% di succo concentrato di mela e quindi il vanto pubblicitario “senza zuccheri aggiunti” non era vero.
Altro esempio. RIGONI “fior di frutta”, sanzionata per l’uso non veritiero del claim “senza zuccheri aggiunti” nonostante la presenza di un succo di mela concentrato (sostanza dolcificante equivalente agli zuccheri aggiunti).
Sempre RIGONI, sanzionata per l’uso dello slogan “a basso indice glicemico” perché è stato individuato come il tentativo di accreditare il prodotto per le sue caratteristiche di alimento a ridotto contenuto zuccherino, quando invece conteneva una notevole quantità di zuccheri.
La pubblicità è l’anima del commercio.
Non sempre della lealtà.
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