La vitamina D, lo abbiamo visto, è di fatto un ormone, che si produce quando la radiazione ultravioletta B colpisce la superficie della pelle facendo in modo che una molecola di colesterolo (7 deidrocolesterolo) venga trasformata nella previtamina D3 che spontaneamente isomerizza (avremo quindi la vitamina D3). Nelle ore successive, viene poi lentamente assorbita, andando in circolo.

Metabolita attivo della vitamina D

Una volta che la vitamina D3 (colecalciferolo) entra in circolo, viene trasformata a livello del fegato attraverso un processo di idrossilazione in posizione 25 e successivamente al livello dei reni in posizione 1.
Avremo quindi la molecola attiva l’1 alfa 25 diidrossivitamina D3 (CALCITRIOLO) che è il metabolita attivo.

Da notare che questa idrossilazione non avviene solo a livello renale: la maggior parte dei tessuti contiene la 1 Alfa idrossilasi, quindi è in grado autonomamente di generare il metabolita attivo in loco.

Come agisce la vitamina D

Quasi tutte le cellule hanno il recettore per la vitamina D (VDR): si tratta di un recettore nucleare che appartiene la superfamiglia dei recettori steroidei nucleari.

Questo recettore si trova all’interno della cellula. Quindi, il calcitriolo riesce ad entrare nella cellula (in quanto derivato dal colesterolo è una molecola lipofila, quindi riesce a diffondersi attraverso il doppio strato fosfolipidico della membrana cellulare), si lega al suo recettore (VDR) presente nel citoplasma ed il complesso ormone-recettore trasloca nel nucleo, dove forma un eterodimero con il recettore RXR (recettore dell’acido retinoico: da cui l’importanza anche della vitamina A). Quindi, si lega a sequenze del DNA andando a regolare l’espressione genica, in senso positivo o negativo: ovvero può aumentare l’espressione dei geni (come per esempio nel caso delle proteine per il trasporto del calcio) oppure può reprimere l’espressione dei geni (come nel caso del fattore di trascrizione NF-KB).

Effetti della vitamina D

Un tempo si pensava che fosse importante per le ossa. Oggi sappiamo che ha effetti pleiotropici: essendo un ormone regola l’espressione del 3-4% del genoma umano.

Ad esempio, come abbiamo visto, blocca l’attivazione di NF-kB, un fattore di trascrizione che induce l’espressione di geni che codificano per citochine proinfiammatorie. NF-kB inoltre inibisce l’apoptosi e favorisce la proliferazione cellulare e l’angiogenesi.

Bloccando NF-KB, la vitamina D spegne TNFα-indotto dall’attivazione di NF-κB ed ha azione antitumorale ed anti proliferativa.

Favorisce l’apoptosi, quindi la morte delle cellule che hanno subito danno al DNA e che si suicidano per evitare che il danni si propaghi alle cellule figlie.

Ha azione anti-angiogenetica: riduce la possibilità che la cellula tumorale venga irrorata attraverso lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni.

La vitamina D ci protegge dal tumore. Ma fa anche tanto altro. Ad esempio, stimola lo sviluppo del cervello. Ecco che è fondamentale per la donna in gravidanza abbia livelli corretti: senza vitamina D il suo bambino sarà molto più a rischio di autismo, schizofrenia e di altri disturbi dello sviluppo cognitivo.

Effetto sul metabolismo glucidico

Ha effetti sulle beta-cellule del pancreas, aumentando la a sintesi e la secrezione dell’insulina.

Aumenta l’espressione dei recettori dell’insulina, migliorando la sensibilità all’insulina.

Fermo che la base è ovviamente alimentazione sana e corretti stili di vita.

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