In molti pensano che riducendo drasticamente i carboidrati si possa dimagrire.

E’ il concetto della chetosi: quando il nostro organismo non ha la giusta quantità di carboidrati (180 gr al giorno), l’organismo cerca di produrre substrati alternativi per sopravvivere (a partire da proteine e grassi).

I carboidrati sono nutrienti non essenziali, ma necessari. Questo  per la corretta funzionalità del Sistema Nervoso Centrale e dei globuli rossi.

Se carenti, il nostro corpo utilizzerà le riserve di grasso come fonte di energia e comincerà a demolire i nostri muscoli (catabolismo proteico), riducendo la massa magra.

Considerando che la massa magra è un tessuto metabolicamente attivo, la riduzione del muscolo determinerà anche riduzione del metabolismo basale e quindi riduzione del dipsendio energetico. Con il rischio poi di favorire l’aumento del peso corporeo (visto che questo è dato da un bilancio energetico = Apporto di energia – dispendio energetico).

La quota minima di carboidrati ci aiuta a risparmiare proteine, evitando di perdere massa muscolare.

Detto questo, l’approccio spesso “sponsorizzato” è quello iperproteico (a volte venduto sotto il nome chetogenico che è molto trendy di questi tempi).

Peccato che, come tutto, anche un eccesso di proteine si trasformerà in grasso di deposito.

Le proteine infatti, saranno scomposte nei loro mattoncini, gli amminoacidi. Questi subiranno la deaminazione ossidativa, ovvero la rimozione del gruppo amminico.

La deaminazione ossidativa è un processo importante nel catabolismo degli amminoacidi (ottenuti dalla lisi delle proteine). Questa avviene in tutti i tessuti, anche se prevalentemente in fegato e reni.

Quindi, una dieta iperproteica vorrà dire un aggravio di lavoro per fegato e rene. Introducendo rischi per la salute.

Laddove siano le classiche low carb sconsiderate (ovvero quelle che riducono i carboidrati a favore delke proteine), potrebbero portare alla produzione di chetoacidi. I nostri sistemi tampone, per mantenere l’omeostasi, preleveranno il calcio dalle ossa e favorendo quindi la riduzione di massa ossea ed aumentndo il rischio di osteoporosi.

Fermo restando che se l’eccesso di proteine è di origine animale, questo vorrà dire maggiori grassi saturi e quindi aumento del colesterolo LDL, con aumentato rischio cardiovascolare.

Ma torniamo ai nostri amminoacidi, privati del gruppo amminico: rimane quello che è detto scheletro carbonioso che potrà essere utilizzato in due modi:

  • Produrre energia. Lo scheletro carbonioso (degli amminoacidi glucogenetici) sarà trasformato in intermedi del ciclo di Krebs al fine di produrre piruvato che potrà essere utilizzato per la sintesi di glucosio. Il quale, a sua volta, attraverso la respirazione cellulare, potrà essere trasformato in ATP (energia).
  • Essere depositato sotto forma di lipidi, ovvero GRASSO. Gli scheletri carboniosi (degli amminoacidi chetogenici) possono essere trasformati in Acetil CoA (o AcetoAcetilCoA) per produrre corpi chetonici nel fegato (la chetosi di cui si parlava prima) oppure per essere utilizzati per la sintesi di acidi grassi (lipogenesi, ovvero il patway attraverso cui si producono acidi grassi a partire da AcetilCoA).


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