A parte poche eccezioni, tutti i farmaci attraversano la placenta: embrione e feto sono esposti ai farmaci e ai loro effetti.

I farmaci hanno sempre effetti collaterali. Ecco perché vengono generalmente sconsigliati alle donne in gravidanza.

Ci possono essere rischi di TERANOGENESI, ovvero malformazioni strutturali nel feto, in particolare tra la terza e ottava settimana dal concepimento.

Il neonato ha il suo microbiota in formazione: il tratto gastrointestinale del feto viene già colonizzato anche a livello della vita intrauterina (tant’è vero che l’analisi primo meconio rivela la presenza di microrganismi). Quindi, sarebbe saggio che la mamma gli trasmetta un nutrimento sano attraverso una giusta alimentazione, evitando di trasmettergli veleni.

Anche durante l’allattamento la raccomandazione sarebbe quella di non far uso di farmaci (è necessario consultare il medico, che può indicare la terapia farmacologica opportuna). I farmaci, infatti, in particolare quelli più lipofili, possono essere eliminati attraverso il latte materno e, quindi, essere ingeriti dal bambino. E successivamente assimilati.

Le cellule dell’epitelio intestinale dei neonati, infatti riescono a far passare anche intere proteine. Questo sarebbe funzionale all’ingresso delle IgA (immunoglobuline, per l’immunità mucosale) trasmessa dalla mamma attraverso il latte materno. Ma se nel latte materno ci sono anche sostanze che producono effetti collaterali per il bambino, questo potrebbe essere pericoloso.

Anche sul vaccino anti-covid, dal sito ISS leggiamo:

Non sono disponibili dati conclusivi sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini contro COVID-19 per questo target di popolazione (gravidanza e allattamento al seno)”

Le agenzie FDA ed EMA, nel 2021, avevano raccomandato la somministrazione del farmaco anche in questa fascia di ppopolazione, pur non disponendo di dati sulla sicurezza ed efficacia per le donne incinte o in allattamento.

Il numero delle donne partecipanti ai trial era infatti molto basso e quindi gli studi clinici non furoono portati a termine.

Ciononostante, era stato incoraggiato l’uso, anche da parte dei medici che avrebbero fatto un giuramento: “Primo non nuocere“. Vergognoso!

Ed è stato così che tante donne sono state convinte che non c’era nulla da temere e che sarebbe stato addirittura vantaggioso per il feto o neonato. Tutto in assenza di dati clinici.

La scienza si basa sui dati e sui fatti. Non sui profitti!


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