«Vedete», diceva Burkitt, «se fate cacche piccole avete bisogno di ospedali grandi». Negli ultimi vent’anni i grandi studi prospettici che seguono centinaia di migliaia di persone di cui si conoscono le abitudini alimentari hanno dimostrato che l’ipotesi di Burkitt era corretta: chi ha una dieta ricca di fibre si ammala meno di malattie dell’apparato digerente, di tumori intestinali, ma non solo: si ammala meno di cancro in generale, di diabete, di infarto, di malattie respiratorie e anche di malattie infettive.
Il consumo di fibre in generale, e di fibre di cereali in particolare, è associato a una migliore funzione intestinale, quindi, a un più efficiente sistema immunitario, a una riduzione dello stato infiammatorio cronico, a una glicemia più bassa e a un minor rischio di obesità addominale.
A meno che si stia facendo chemioterapia o che l’intestino sia molto infiammato, la stitichezza si cura con cibi ricchi di fibre (cereali integrali, legumi, verdure).
Tratto da Medicina da Mangiare, di Franco Berrino
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