La causa della sclerosi multipla è sconosciuta, ma quello che si sa con certezza è che la sua diffusione è particolarmente forte in specifiche aree geografiche, e precisamente nel nord dell’Europa e degli Stati Uniti, nel Sud dell’Austria e nella Nuova Zelanda, mentre la fascia intertropicale appare molto meno colpita. Il perché di questo fenomeno è stato molto dibattuto, ma senza giungere a conclusioni.
Si potrebbe pensare che sia in gioco una relazione con il clima ma, benché appartengano a zone con latitudine simile, il clima dell’Australia è ben diverso da quello della Svezia. Potrebbe trattarsi di fattori razziali, legati alla razza caucasica, ma allora non si capisce perché la malattia si sia sostanzialmente sviluppata solo in tempi molto recenti. Per di più, i dati epidemiologici indicano che quando delle popolazioni esterne si trasferiscono in un paese ad alto rischio, aumenta anche il loro rischio di contrarre la malattia, purché il trasferimento sia effettuato entro l’adolescenza. E’ un po’ come avviene per alcune forme di cancro, ed è un dato che depone fortemente per un qualche fattore legato alla vita in determinate società. Sono stati chiamati in causa l’infezione da virus della rosolia, per il fenomeno del mimetismo immunitario, la minore esposizione ai raggi solari, ed anche le vaccinazioni di massa, ma senza giungere a conclusioni convincenti.
Evidentemente si tratta di un problema troppo complesso per poter proporre delle soluzioni semplicistiche. Tuttavia, se affrontiamo il problema dal punto di vista alimentare, salta immediatamente all’occhio che le popolazioni più esposte a questa malattia non soltanto condividono l’alimentazione tipica delle nazioni industrializzate, ma, in particolare, sono quelle che, su scala planetaria, consumano latte e zucchero in maggiore quantità. Dato l’effetto fortemente negativo esercitato dal latte, dalla panna, dai dolci, dal cioccolato, dai gelati e dalle bevande zuccherate sull’integrità della mucosa intestinale, ed il loro ruolo nel fenomeno dell’iper-permeabilità, esso potrebbe ben essere in gioco in questa malattia.
Dal punto di vista energetico, la malattia è caratterizzata da una grande componente di FREDDO. L’irrigidimento, la perdita di sensibilità e di funzionalità, i problemi con gli sfinteri che sono tipici di questa malattia, sono tutti sintomi con queste caratteristiche. E’ vero che esistono anche sclerosi multiple che presentano caratteristiche più Yang, ma sono decisamente in minoranza. Esaminata sotto questo punto di vista, la malattia sembra perciò una degenerazione causata da uno yin eccessivamente forte, assunto in un clima temperato o freddo.
Con molta probabilità, gli alimenti e le bevande yin e fredde, come il gelato, i frappè, i soft drink e le altre bevande dolcificate e bevute molto fredde, sono fattori particolarmente importanti nell’instaurarsi di questa malattia.
Alimentazione in presenza di sclerosi multipla
Tra i cereali, il riso integrale è il più adatto per un uso regolare, mentre il mais ed il mais dolce sono da eliminare.
I chicchi sono la forma migliore sotto la quale si dovrebbe consumare il cereale, ma anche la pasta va bene per cambiare. In misura decrescente, sono anche accettabili di fiocchi di cereali e le farine da cuocere per preparare delle creme, mentre le farine cotte al forno, il pane, i biscotti, sarebbe meglio eliminarli.
Tra le verdure, sono da evitare patate, pomodori, melanzane e peperoni, salvo occasioni particolari, mentre le verdure dolci come zucca, cipolle e carote, le radici di tutti i tipi e le foglie verdi scottate sono sa usarsi con regolarità.
E’ meglio evitare la verdura cruda, a meno che non sia davvero molto desiderata. Persino in estate, converrebbe, quando possibile, ricorrere ad un’insalata leggermente scottata e poi consumata fredda.
La frutta va consumata solo quando è davvero desiderata, e cotta con il kuzu.
Succhi di frutta e bevande di riso o di soia vanno eliminate, mentre tè di tre anni, tè Mu, infusi di timo o di altre erbe non eccitanti (ma non menta o carcadè che sono troppo raffreddanti) sono ottimi.
Per cucinare, l’olio più adatto è quello di sesamo. L’olio di oliva, più Yin, è da usare solo occasionalmente. E’ opportuno aggiungere un cucchiaio al giorno di olio di lino crudo, a cereali o verdure. L’acido alfa-linolenico che contiene, può essere utile per sintetizzare acidi grassi Omega-3 ad effetto antinfiammatorio.
I condimenti piccanti sono da usare solo occasionalmente, e tutti quelli salati non devono essere usati in quantità tale da irrigidire l’organismo, poiché questa malattia presenta già una forte tendenza a determinare irrigidimento.
Dal punto di vista energetico, abbiamo detto che il tipo di indurimento specifico di questa malattia è un sintomo ‘freddo’; perciò ci si potrebbe aspettare che siano consigliati dei condimenti piccanti. In realtà essi si dimostrano un mezzo troppo yin, dispersivo, di riscaldare il corpo, e suscettibile di rinforzare il processo infiammatorio.
L’effetto di ‘calore’ deve essere realizzato in modo più Yang, consumando raramente alimenti freddi, evitando cibi che raffreddano come verdura e frutta cruda, preparando più frequentemente delle zuppe calde o delle creme di cereali.
Tratto da “Il grande libro dell’ecodieta”, di Carlo Guglielmo.
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