“I cinesi mangiano riso tutti i giorni ma se lo facciamo noi ci sale la glicemia glicata. Ognuno ha il suo DNA”
È da questi commenti che si evince il livello di cultura delle persone. E l’arroganza tipica del tuttologo. Ovvero chi non sa nulla di nutrizione e pretende di insegnare ai professionisti le basi della nutrizione. E nel frattempo diffonde disinformazione.
Da cui poi la grande confusione odierna e i relativi danni alla salute umana, già abbastanza compromessa dalla propaganda e peggiorata dalla tuttologia e dalla poca propensione a informarsi.
DNA e glicemia
Innanzitutto, cosa c’entra il DNA con l’innalzamento del glucosio ematico? Ovvero della glicemia?
L’innalzamento della glicemia dipende dall’indice e dal carico glicemico di un alimento. Non dal DNA.
Altra questione è la predisposizione genetica al diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che porta alla distruzione delle cellule beta del pancreas e che conduce ad assenza di produzione e relativo rilascio di insulina.
Ma questa è altra storia.
La glicemia sale a seguito di assunzione di cibo (che contiene carboidrati… quindi anche le verdure). In caso di diabete t1, manca l’insulina per poterla abbassare.
Da cui l’aumento dell’emoglobina glicata.
Glicemia glicata? Non esiste
La glicemia è la concentrazione di glucosio nel sangue. La glicata è altra cosa.
Non è il glucosio che viene “glicato” ma l’emoglobina (la proteina dei globuli rossi) che si lega irreversibilmente al glucosio per tutta la vita del globulo rosso (tre mesi). Ovvero, l’emoglobina glicata ci fornisce la storia dell’andamento della glicemia (glucosio nel sangue) negli ultimi tre mesi.
È un parametro utile per valutare una condizione possibile resistenza insulinica. Piuttosto diffusa nella popolazione attuale indipendentemente dal fatto che si consumi riso. Ma più legata al consumo di troiai industriali che poi generalmente favoriscono ipoglicemia reattiva e quindi nuovamente fame. Una buona strategia per far consumare più cibo (quindi vendere più troiai industriali)… da cui aumentata circonferenza vita, steatosi epatica non alcolica, resistenza insulinica, diabete di tipo2, iper colesterolemia, aterosclerosi… eventi ischemici (infarti e ictus).
Riso e indice glicemico
Tornando al riso, ad avere alto indice glicemico è il riso raffinato.
In Oriente in genere si mangia il riso basmati, con più basso indice glicemico. E se ne mangia poco, come accompagnamento al pasto.
Il riso basmati ha una più bassa percentuale di amilopectine. Da cui il più basso indice glicemico.
Il riso, purché integrale e biologico, è un ottimo alimento. Contiene il polifenolo tricina, ad azione antiossidante e antinfiammatoria. Ricordiamo che alla base delle patologie c’è proprio l’infiammazione.
Aumentata incidenza patologie
Un tempo in Cina non si mangiava ciò che si mangia oggi. Ma neppure nel nostro paese si mangiava ciò che si mangia oggi.
Che poi, aggiungiamo pure, per molti italiani la dieta mediterranea è (erroneamente) interpretata come mangiare pasta tutti i giorni… ovviamente pasta del supermercato, con grano moderno proveniente dal Canada, con glifosate che devastata il nostro microbiota. E poi ci si meraviglia dell’aumentata incidenza di patologie autoimmuni.
Per cui il problema dell’aumentata prevalenza e incidenza di patologie odierne non è genetica ma epigenetica.
Ovvero è legata alle scelte che si fanno.
Per gran parte della popolazione veramente raccapriccianti!
Da cui le sopra elencate patologie non trasmissibili.
E molta gente, per cercare alibi, continua a dare la colpa al DNA.
Fermo restando che ciascuno di noi ha un DNA unico e irripetibile (a meno di gemelli monozigoti – identici). Indipendentemente dall’essere nati in Italia oppure in Cina.
P.S. Se fosse una questione di DNA (confuso di fatto con le proprie abitudini alimentari) non potremmo neppure bere caffè… nppure se si va a Napoli, visto che il caffè non viene neppure coltivato in Italia… mentre il riso invece si.
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