Il principio attivo è il paracetamolo.
Si tratta un farmaco antipiretico (riduce la febbre) ed analgesico (riduce il dolore). E’, dunque, usato per i sintomi di febbre e dolore, che sono segnali di uno stato infiammatorio.
Non è considerato un FANS (Antinfiammatorio Non Steroideo) in quanto è inattivato in periferia e quindi ha minore effetto sulla ciclossigenasi nei tessuti periferici. Ecco perché la sua azione antinfiammatoria è pressoché inesistente.
Per cui se un soggetto non ha febbre elevata, è un protocollo praticamente inutile e inopportuno… ma ancora in auge… purtroppo dai tempi in cui si pensava di risolvere una malattia infiammatoria con un antipiretico.
Febbre
La febbre è una risposta del nostro sistema immunitario. Il sistema immunitario ci difende da virus ed infezioni.
Ma questo, del resto, lo sanno anche i bambini…
Il sistema immunitario ci difende attraverso due modalità: innata (aspecifica) e acquisita.
Nella risposta innata ritroviamo il processo infiammatorio.
La febbre è quindi segno che è in atto una risposta del nostro sistema immunitario, come abbiamo visto.
Quando la febbre è moderata ha un’azione benefica e finalizzata ad eliminare il patogeno, in quanto ne inibisce la crescita.
E’ sufficiente l’aumento di un grado di temperatura, quindi da 37°C a 38°C, per interferire con il ciclo di riproduzione virale.
La febbre inoltre
👉 Fa aumentare la produzione di TRASFERRINA che, sequestrando il ferro, lo sottrae ai patogeni (ostacolandone la crescita).
👉 Attiva i linfociti T CD8 (citotossici) in grado di attaccare e uccidere batteri, le cellule che ospitano i virus e i tessuti estranei all’organismo.
👉 Velocizza i meccanismi di riparazione.
In questo contesto, quando il nostro sistema immunitario sta lottando per difendere il nostro territorio (una lotta per la salute), comprendiamo bene che sopprimere una febbre moderata attraverso un antipiretico quale ad esempio il paracetamolo (vedi Tachipirina) è piuttosto inopportuno: andremmo ad impedire al sistema immunitario di fare il suo lavoro.
Inoltre, il paracetamolo riduce i livelli di glutatione ridotto, bloccandone la produzione.
Il Glutatione, nella sua forma ridotta (GSH), detossifica i metaboliti tossici dei farmaci e delle specie reattive dell’ossigeno e regola l’espressione genica, l’apoptosi e il trasporto transmembrana dei soluti organici. Il mantenimento dell’omeostasi del GSH è essenziale affinché l’organismo possa svolgere le sue numerose funzioni. Il turnover del GSH è un processo dinamico e grandi quantità di GSH vengono sintetizzate ogni giorno dai suoi precursori amminoacidi cisteina, acido glutammico e glicina.
Dosi tossiche di paracetamolo riducono il GSH intracellulare e provocano la morte cellulare attraverso una combinazione di meccanismi, che portano a necrosi e apoptosi, principalmente nel fegato.
In situazioni cliniche caratterizzate da bassi livelli di GSH, il rischio di tossicità da dosi terapeutiche di paracetamolo potrebbe teoricamente aumentare [1].
Il Glutatione, oltretutto, già diminuisce nel corso di una infezione virale, con il rischio di stress ossidativo.
Per cui, al danno, uniamo anche la beffa.
Quindi, la febbre non va messa subito a tacere. Ma solo quando le temperature sono molto alte.
[1] Lauterburg BH. Analgesics and glutathione. Am J Ther. 2002 May-Jun;9(3):225-33. doi: 10.1097/00045391-200205000-00008. PMID: 11941382.
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