“Dottoressa, che ne pensa di un integratore di omega-6 e omega-3 ben bilanciato?”
Che senso ha introdurre nel nostro corpo ulteriori omega-6 quando questi sono già presenti in modo abbondante nella dieta occidentale?
Ovvero ci stiamo ulteriormente SBILANCIANDO.
Del resto, lo abbiamo ripetuto più volte. Oggi il problema è che si usano oli di semi, quali olio di girasole, mais, riso, soia, vinaccioli, sesamo, arachidi ecc che creano uno sbilanciamento incredibile tra omega-6 e omega-3, il cui rapporto dovrebbe essere di 4:1 ma nella western diet si arriva addirittura a 20:1.
Pensiamo ad esempio che l’olio di vinaccioli ha un rapporto omega-6:omega-3 addirittura di 67:1. Però il marketing è bravo a farvi credere che sia la panacea di tutti i mali.
E c’è gente che usa queso olio (che poi non è altro che quello estratto dal seme dell’uva) e poi quando mangia l’uva sputa il seme. Ne abbiamo di incoerenza.
Oltretutto questi acidi grassi polinsaturi omega-6 sono molto presenti anche nei cibi di origine animale, di cui al giorno d’oggi se ne fa abbondate consumo.
Omega-6 (ω-6) e omega-3 (ω-3) sono acidi grassi polinsaturi (PUFA).
Nella dieta troviamo solitamente acido linoleico ω-6 (LA) precursore delle prostaglandine pro infiammatorie.
Mentre i PUFA ω-3 (nella forma attiva EPA/DHA) hanno proprietà antinfiammatorie. L’acido alfa linoleico (ALA) è il precursore di EPA DHA.
Quindi, con tutto questo apporto di ω-6 stiamo praticamente contribuendo a favorire infiammazione, la madre di tutte le malattie.
Inoltre, secondo un recente studio, l’acido linoleico ω-6 (LA) attiva il segnale mTORC1, promuovendo la proliferazione di cellule triplo negativo del cancro mammario (TNBC) [1].
Consumiamo olio extravergine di oliva. Stiamo alla larga dagli oli di semi, considerando che sono onnipresenti anche nei prodotti industriali. Quindi, per la nostra salute scegliamo cibo vero. E prevalentemente vegetale.
Importante che nella nostra dieta ci sia anche un adeguato apporto di ω-3, nella forma attiva (EPA/DHA). Da cui l’importanza di mangiare pesce (PESCATO) circa 3 volte a settimana.
[1] Koundouros N, Nagiec MJ, Bullen N, et al. Direct sensing of dietary ω-6 linoleic acid through FABP5-mTORC1 signaling. Science. 2025;387(6739):eadm9805.
Fonte immagine: Fabian CJ, Kimler BF, Hursting SD. Omega-3 fatty acids for breast cancer prevention and survivorship. Breast Cancer Res. 2015 May 4;17(1):62. doi: 10.1186/s13058-015-0571-6. PMID: 25936773; PMCID: PMC4418048.
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