Tra i falsi miti e bufale che vi propongono c’è quello di mangiare la frutta lontano dai pasti.
Non mi dite “eh ma ognuno dice la sua”… certo c’è anche chi dice che la terra è piatta. E voi gli credete? Qualcuno un giorno si è svegliato e ha inventato ‘sta leggenda. E a seguire, il solito furbo che incontra il bischero… e il gioco è fatto.
Già, perchè non ci sono studi scientifici o linee guida che evidenziano problemi nel mangiare frutta vicino ai pasti.
Ricordiamo che la scienza non si basa su pareri o su dicerie (su ognuno dice la sua per l’appunto), ma su evidenze!
La scienza della nutrizione dice esattamente il contrario: ovvero mangiare la frutta ai pasti favorisce l’assorbimento del ferro non eme (quello dei legumi ad esempio), che ha bisogno della vitamina C per essere ridotto da ferro trivalente a ferro bivalente e quindi assoribito.
Il ferro non eme infatti ha bisogno della vitamina C per essere ridotto da ferro trivalente a ferro bivalente e quindi essere assoribito.
La frutta contiene anche vitamina C (e già, la vitamina C è protetta dalla buccia, come ad esempio nel caso del kiwi che ha una buccia piuttosto coriacea da preservare questo nutriente).
Oltretutto, consumare la frutta alla fine del pasto fa sì che gli zuccheri che contiene (che oltretutto NON SONO LIBERI, ma vi è la fibra che ne rallenta l’assorbimento) vengano rilasciati nel sangue più lentamente di quando la si mangia a digiuno [1].
Inoltre, la frutta è ricca di sostanze antiossidanti (tra cui i POLIFENOLI, come ad esempio l’esperidina presente nell’albedo degli agrumi) che ci proteggono dai danni ossidativi durante la digestione.
Chiaramente, va contestualizzato a quello si mangia (se si mangia un montone e non si digerisce probabilemente la causa non è il frutto dopo i pasti) e al caso specifico (soggeti con IBS o meteorismo).
Dunque, attenzione!!!
Quindi il punto non è che ognuno dice la sua ma c’è chi si attiene alla scienza e chi invece no.
Molti oltretutto lo fanno anche per favorire il business degli integratori.
Come la leggenda metropolitana di bere acqua poco calcarea in caso di calcoli renali. Del resto è un modo per farvi acquistare acqua in bottiglia e contestualmente favorire la formazione di calcoli renali, visto che per prevenirli serve acqua dura.
Che poi acqua dura vuol dire con calcio e magnesio… quindi poi vi venderanno gli integratori di questi minerali.
Se loro ci vogliono polli da spennare, cerchiamo di non stare al loro gioco e cerchiamo di rimanere umani (pensanti e non manipolati)!
Poi, è vero, c’è chi è fermamente convinto delle dicerie che ci sono in giro e non accetta di sapere. Ma quella è un’altra storia… ognuno faccia le proprie scelte. Però ricordiamo che alla base della salute c’è la consapevolezza!
[1] Moxon TE, Nimmegeers P, Telen D, Fryer PJ, Van Impe J, Bakalis S. Effect of chyme viscosity and nutrient feedback mechanism on gastric emptying. Chemical Engineering Science. 2017; 171: 318-330
(Immagine della SINU: Società Italiana di Nutrizione Umana)
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