Un esempio di terrorismo è ad esempio sulle arance, frutti fonte di Vitamina C, scavenger dei radicali liberi (ovvero in grado di neutralizzarli), proteggendoci quindi da attacchi mutageni. Contengono polifenoli e terpeni, che bloccano la crescita delle cellule tumorali.
Contengono poliammine, presenti anche in banane, kiwi, verdure a frutto (come melanzane, peperoni e pomodori), molluschi bivalvi.
Da considerare che le poliammine hanno anche fonte endogena, ovvero provengono dalla sintesi cellulare e quella da parte del nostro microbiota intestinale (in particolare dal parte di batteri del genere Clostridium).
Vediamo di che si tratta, con questo estratto dal mio libro “Questa non me la mangio“, edito Terra Nuova Edizioni, in cui cerco di fare chiarezza sul cibo, liberandoci dalle tante demonzzazioni dello stesso che talvolta contribuiscono a ridurre i livelli di salute.
“Si tratta di composti organici che partecipano a molti processi fisiologici. Sono coinvolti nei meccanismi che regolano la crescita cellulare, ma anche nell’apoptosi, la morte programmata della cellula. Probabilmente con meccanismi epigenetici.
L’apoptosi assolve un compito particolarmente importante a livello del sistema immunitario.
Pare che le poliammine siano anche coinvolte nei meccanismi di resistenza allo stress. Svolgono, infatti, un ruolo importante nei processi relativi all’invecchiamento cellulare. In studi su modelli animali, la somministrazione di poliammine attraverso il cibo ha aumentato la durata della vita.
Hanno cominciato ad avere una connotazione negativa, in quanto sono stati osservati elevati livelli di poliammine in cellule tumorali. Di fatto, però, non ci sono solidi studi che abbiano dimostrato (attraverso un nesso causale) che possano favorire la formazione di tumori e contribuire alla loro progressione.
Nel complesso, le osservazioni sono coerenti con quello che è il suggerimento della letteratura, ovvero:
- L’effetto delle poliammine nella dieta è quello di promuovere la salute (con piccolo effetto protettivo) nei soggetti con un basso rischio di partenza per cancro del colon.
- D’altro canto, un consumo ELEVATO può risultare invece problematico in soggetti ad alto rischio di cancro del colon o in soggetti con lesioni precancerose (alterazioni di tessuti e cellule che possono evolvere in un cancro).
Si parla dunque di consumi elevati. Che non giustificano l’esclusione dalla dieta di alimenti quali ad esempio gli agrumi.
In via precauzionale, vi è l’indicazione di consumare con cautela cibi che abbiano un elevato contenuto di poliammine. Senza necessariamente escluderli.
Va inoltre considerato che un alimento è un coacervo di composti. Quindi, non solo poliammine, ma anche composti bioattivi ad azione antiossidante e antinfiammatoria. Come sempre, ci vuole equilibrio.
Ricordiamo inoltre che il WCRF non ha espresso alcuna raccomandazione riguardo al consumo di alimenti ricchi in poliammine e possibili correlazioni con i tumori.“
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