Gli ormoni tiroidei sono due:
- Triiodotironina (T3), dove troviamo 3 atomi di iodio (oltre a due molecole di tirosina).
- Tiroxina (T4), ove troviamo 4 atomi di iodio (oltre a due molecole di tirosina).
Da cui, l’importanza dello iodio nella propria alimentazione. Una carenza di questo minerale, determina ipotiroidismo primario, con bassi livelli di T4 (e quindi di T3).
La sintomatologia di un soggetto ipotiroideo è
- Sensibilità al freddo. Gli ormoni tiroidei infatti hanno azione termogenetica (sono agenti disaccoppianti, quindi nella catena di trasporto degli elettroni, a livello mitocondriale, si ha consumo di calore)
- Unghie e capelli fragili. Gli ormoni tiroidei infatti regolano la sintesi proteica.
- Bradicardia. Gli ormoni tiroidei hanno effetto cronotropo positivo, ovvero aumentano la frequenza cardiaca
- Anemia. Questo perché gli ormoni tiroidei favoriscono la formazione di globuli rossi
In soggetti con alti livelli di colesterolo LDL, è opportuno controllare il funzionamento della tiroide, un quanto ci potrebbe essere una correlazione con una condizione di ipotirpidismo.
Gli ormoni tiroidei sono importanti in particolare
- per lo sviluppo fetale, soprattutto nei primi 3 mesi di gravidanza. Una condizione di ipotiroidismo (da parte della mamma) può compromettere lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale del feto
- per l’accrescimento corporeo: in età infantile, una carenza può portare a nanismo o cretinismo (capacità mentali ridotte)
Da cui, l’importanza dello iodio. Ma non è l’unico minerale coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei.
Tra i due ormoni precisiamo infatti che quello biologicamente più attivo è il T3, che di fatto viene prodotto per la maggior parte (circa 80%) a livello delle cellule bersaglio: questo avviene rimuovendo uno ione iodio dal T4 (ad opera di una deiodinasi). Tale conversione necessita del selenio.
Da cui, l’importanza del selenio.
Ma il selenio è importante non solo perché parte di questo processo di conversione T4 in T3, ma anche perché parte della glutatione perossidasi (enzima antiossidante). Durante la sintesi di ormoni toroidei infatti vengono prodotti ROS (Specie Reattive dell’Ossigeno).
Studi hanno dimostrato che bassi livelli ematici di selenio corrisponde un aumento dello stress ossidativo e del danno a livello del tessuto tiroideo, con riduzione della produzione degli ormoni tiroidei e conseguente ipotiroidismo.
Il selenio ha un ruolo anche nella tiroidite cronica autoimmune: studi condotti su pazienti affetti da tiroidite cronica autoimmune di Hashimoto hanno dimostrato che la supplementazione con selenio riduce i livelli di anticorpi anti–tiroide [1].
In pazienti con Tiroidite di Hashimoto, non in terapia con THRT (terapia ormonale sostitutiva tiroidea), la supplementazione con selenio è in grado di ridurre i livelli di TSH e TPOAb (anticorpi Anti-tireoperossidasi). Del resto, appare ovvio, visto che il selenio è un componente non solo di importanti enzimi antiossidanti, ma anche per la trasformazione dell’ormone T4 nella forma biologicamente attiva, il T3.
[1] Wichman J, Winther KH, Bonnema SJ, Hegedüs L. – Selenium Supplementation Significantly Reduces Thyroid Autoantibody Levels in Patients with Chronic Autoimmune Thyroiditis: A Systematic Review and Meta-Analysis. – Thyroid. 2016 Dec;26(12):1681-1692. Epub 2016 Nov 2.
[2] Huwiler, V. V., Maissen-Abgottspon, S., Stanga, Z., Mühlebach, S., Trepp, R., Bally, L., & Bano, A. (2024). Selenium Supplementation in Patients with Hashimoto Thyroiditis: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Clinical Trials. Thyroid : official journal of the American Thyroid Association, 34(3), 295–313.
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